Sono stati mesi ricchi di cambiamento e novità per cortoLovere, tra queste spicca la figura del nuovo Direttore Artistico Matteo Lanfranchi. Lo staff gli ha posto alcune domande per presentarlo e conoscerlo meglio. Queste le risposte che ci ha dato.
La tua prima partecipazione a cortoLovere risale a due anni fa come presentatore della serata di Gala. Che ricordo hai?
La prima cosa a colpirmi sono state le persone: si percepisce immediatamente che il Festival è mosso dalla passione e dalla dedizione di pochi che nel tempo hanno costruito una realtà in costante crescita. L’accoglienza è stata calorosa e familiare, e ci si è messi subito al lavoro in un clima di confronto e apertura. Questo ha permesso di proseguire l’esperienza l’anno successivo e di approfondire i rapporti: ho conosciuto meglio tutto lo staff e la passione e dedizione del Direttore Adriano Frattini, la cui scomparsa segna una grave perdita per il Festival.
Tu però sei attore, e arrivi dal teatro. Come è iniziato tutto?
Il mio primo approccio al teatro risale agli anni del liceo: non avrei mai immaginato di finire sul palco, pensavo solo di scrivere qualcosa. Poi però ci ho preso gusto, e con un pizzico di incoscienza ho affrontato le selezioni per il corso attori della Paolo Grassi, dove mi sono diplomato nel 2001. Dopo il diploma ho avuto la fortuna di iniziare subito a lavorare e di fare incontri importanti con persone che poi sono divenute per me dei punti di riferimento. Nel 2007 ho fondato Effetto Larsen, la mia compagnia, con la quale abbiamo vinto diversi premi sia a livello nazionale che internazionale, facendoci conoscere in breve tempo nell’ambito del teatro contemporaneo di ricerca. Nel 2013 Alessio Fava mi ha scelto come protagonista di “Yuri Esposito”, lungometraggio vincitore della Biennale College e presentato alla 70ma mostra del Cinema di Venezia. In diversi modi il mio percorso professionale negli ultimi anni si è avvicinato al Cinema.
E ora sarai Direttore Artistico di un Festival di corti. Te lo saresti mai immaginato?
Non mi sarei mai immaginato di diventare Direttore Artistico di un Festival di cortometraggi: ho accolto con piacere la proposta proprio perché inaspettata. Amo da sempre il Cinema, e ho una passione per i formati brevi: cortometraggi ma anche videoclip, performance, assoli. Apprezzo moltissimo le persone che compongono lo staff del Festival, e questo è stato il motore principale della mia scelta. Credo nelle sinergie, nelle collaborazioni, nella creazione di reti e nel confronto. Ringrazio tutto lo staff per la fiducia e mi impegnerò per ripagarla con un buon lavoro.
Hai idee per il futuro di cortoLovere? Quale sarà la tua linea?
Le idee non mi mancano, si tratta di scegliere quelle realizzabili date le risorse limitate e di apportare innovazione nel rispetto di quella che ormai è una tradizione. Vorrei fare di cortoLovere un punto di incontro aperto a chi desidera dedicarsi al Cinema, un’occasione di approfondimento e riflessione. Vorrei lasciare spazio alle nuove possibilità produttive che stanno emergendo dal web, organizzare workshop, conferenze, incontri con i giovani. Vorrei far salire sempre di più la qualità delle proposte, rendendo il Cinema ancora di più il fulcro dell’iniziativa e proseguendo il percorso di crescita di questo Festival fino a renderlo un appuntamento più rilevante a livello nazionale.